mercoledì 19 settembre 2007

19 settembre 2007

Ci sono cose ovvie e cose meno ovvie. Mi ha fatto piacere scrivere nel post del 16 pomeriggio di una regola che per chi è confuso non è mai scontata. Ovvero il fatto di parlare, parlare e parlare della propria rappresentezione della realtà (salvo i rischi a cui ho accennato). Oggi invece scrivo di una cosa che è talmente evidente che forse non meriterebbe neppure di essere accennata. Le persone di cui ho parlato il 16 mattino, quelle che vengono motivate a creare un problema, per poter in qualche modo influire su di te devono quanto meno rientrare tra i conoscenti. Uno a cui non dici nemmeno buongiorno difficilmente potrà crearti problemi. Per questa ragione capita che chi vuole essere coinvolto in questo meccanismo cerchi in qualche modo di relazionarsi con te. Ho parlato di cosa evidente perchè quando accade si manifesta in modo abnorme (almeno nel mio caso). Sotto questo aspetto ho classificato le persone in due gruppi: quelle che si relazionano con me attraverso i contatti familiari e quelle che si relazionano attraverso i contatti del giro di amici. Quest'ultimo gruppo negli ultimi anni aveva seguito un calendario singolare percui gli approcci erano frequenti particolarmente in febbraio ed agosto. La cosa è stata particolarmente evidente quest'ultimo febbraio quando oltre ai contatti per telefono è stato contattato pure un profilo che avevo creato per contatti on-line qualche anno prima e che era rimasto inutilizzato per anni. All'improvviso quest'ultimo febbraio quel profilo ha ricevuto tutta una serie di contatti da persone sconosciute senza che avessi fatto niente per aumentarne la visibilità. Poi a fine febbraio la bolla si è spenta e tutto è tornato alla normalità niente più telefonate e ovviamente niente più profilo on line. L'altro gruppo si è attivato tra il 16 e il 17 di questo mese. Nell'arco di 48 ore sono stato contattato oltre che dalle persone che frequento saltuariamente da persone che non sentivo da più di 20 anni: amici dell'infanzia e ex-colleghi di studi.
Come già ho detto è tutto talmente abnorme che anche un diversamente abile con ritardo mentale riesce a notare l'artificiosità di questi contatti.
E' la cultura del gratta-e-vinci, per usare una delle metafore che vanno tanto di moda in questa situazioni.
Quando hai l'impressione che la gente intorno a te voglia convincerti o ti stia consigliando di giocare alla lotteria non illuderti che ci sia un premio in serbo per te. Ti stanno solamente invitando a colludere con questo tipo di logiche. Ti parlano per metafore rivolgendosi al tuo inconscio per evitare che razionalità e capacità critiche facciano il loro dovere.
C'è però un aspetto che è utile sottolineare: se queste cose si manifestano in tempi lunghi l'unico modo per osservarle è prenderne nota da qualche parte. Io purtroppo non lo ho sempre fatto in questi 10 anni, probabilmente con un po' più di metodo oggi avrei una comprensione della realtà migliore.
Volendo scrivere una regola anche in questo post potrei dire che se la regola più importante è parlare, parlare, parlare quella immediatamente successiva in ordine di importanza è annotare, annotare, annotare.
In realtà si può avere timore anche a scrivere di queste cose, magari perchè qualcuno potrebbe leggerle o rubare il diario/supporto su cui le cose sono scritte. La paura è comprensibile dato che simbolicamente il furto o la lettura di queste cose rappresententa una intrusione nel privato, una effrazione che può portare chi ha "comprato il gratta-e-vinci" ad ottenere il "premio".
Credo però che quando ci si trova in questa posizione si è talmente "trasparenti" che se anche qualcuno riesce a leggere queste cose nella nostra vita cambia ben poco.

PS: Nel caso non fosse chiaro c'era un messaggio sottointeso in questo post: tutte le volte in cui hai l'impressione che la gente intorno a te voglia convincerti o ti stia consigliando di giocare alla lotteria usa la ragione. Inoltre chiediti anche se gradisci il fatto che le persone ti contattino non per il piacere della tua compagnia ma per un vantaggio ulteriore.