tag:blogger.com,1999:blog-88500478513195929032024-02-08T19:56:55.520+01:00CRONACADIUN'IPNOSI. .. . .
Verde come il setting di un chirurgo e viola come il mal di denti.
. .bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comBlogger34125tag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-66257577610678396392008-08-09T14:28:00.001+02:002008-08-09T14:28:34.474+02:009 agosto 2008Oggi riassumo alcune regolarità annotate nel blog e in altri appunti meno strutturati. <br />1) Nel mese di agosto iiziano a sporcare la casa e il giardino, in questi giorni sta succedendo esattamente quello che è successo nell'agosto del 2007, stando alle consuetudini verso fine mese dovrebbe accadere un incidente al gatto di casa. <br />2) Ci sono due mesi: febbraio e luglio (ma suppongo valga solo per me, per un altra persona potrebbero essere mesi diversi) in cui conoscenti di vecchia data e estranei cercano di contattarmi (telefono, chat, email...). Questi due mesi sono stati una costante degli ultimi due anni, distinguendosi nettamente dal silenzio dei restanti, devo verificare settembre dato che lo scorso anno è stato un'eccezione alla regola. Al di là della regolarità annuale è evidente, in ogni caso, che c'è una anomalia statistica nel modo in cui si presentano questi contatti. <br />3) L'efficacia delle suggestioni post ipnotiche è collegata in parte all'equilibrio ormonale: da tre settimane seguo una dieta ipocalorica piuttosto rigida e molte ancore hanno smesso di funzionare. <br />4) L'ipnosi è un meccanismo che si autorinforza, se mi assale il dubbio che sto entrando in una trance inizio a prestare maggiore attenzione a sensazioni fisiche minime che rinforzano il meccanismo della trance. Per interromperlo però può bastare molto poco, ad esempio un banale antiistaminico che induce una sonnolenza leggera ma sufficiente a bloccare questa spirale. <br />5) Alle dissociazioni sono associati dei sintomi, nel mio caso alcune iperestesie che non sto a dettagliare. Ne deriva che quando avverto quella particolare iperestesia devo supporre una dissociazione in corso. Devo verificare se in questo caso l'antiistaminico aiuta. Non è un caso se cito l'antiistaminico, quando 10 anni fa è iniziata questa cosa un dirigente dell'azienda in cui lavoravo ha accennato proprio all'utilità di questa categoria di farmaci in situazioni "particolari". Suppongo ce ne siano anche di più efficaci ma questi sono un ottimo compromesso tra le esigenze di attenzione nel lavoro e quelle di sopprimere certi meccanismi. <br />6) Per inibire certe trance può tornare utile il controllo delle emozioni: il persistere nell'essere arrabbiati, depressi o sereni quando per loro esigenze tentano di indurre uno stato differente. Allo stesso modo alcuni stati d'animo come imbarazzo o paura possono indurre la trance (soprattutto all'inizio) bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-41241803481711508242008-07-10T14:48:00.001+02:002008-07-10T14:48:01.850+02:0010 luglio 2008Se i tuoi pensieri sono una cosa pubblica pensa a qualcosa che il pubblico non vuole sentire. Prendi ad esempio la televisione: Cosa la televisione italiana non pronuncia mai? Cose di sesso? No, quella fa quasi sempre audience. Cos'è che in Italia appena viene pronuciato in un reality fa subito eliminare il concorrente? Ecco adesso che lo hai pensato continua a pensarlo in modo che nei tuoi pensieri si trasformi in un mantra e possa venire pensato nel momento meno opportuno, come una mina vagante. I tuoi pensieri diventeranno molto meno interessanti. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-89687957020452444812008-05-25T11:41:00.001+02:002008-05-25T11:41:53.425+02:0025 maggio 2008Come grattarsi il naso. Tipicamente esistono due modi, o passando l'indice sulla piega laterale, o passando l'indice sul labbro superiore. I due gesti possono essere associati a dei significati simbolici: il primo può essere assimilato ad un gesto affermativo, analogo al si comunicato muovendo la testa, il secondo ad una negazione. Un terzo modo, che interferisce con la comunicazione gestuale, consiste nell'utilizzare ogni volta che ci si gratta il naso l'indice e il pollice contemporaneamente facendo scorrere il pollice sulla piega laterale e l'indice sulla zona compresa tra naso e labbro superiore. Più in generale un movimento sufficientemente complesso esclude la possibilità di una codifica gestuale. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-31270475750936488662008-01-14T18:39:00.001+01:002008-01-14T18:42:11.860+01:0014 gennaio 2008<p>E' più importante il percorso (vissuto) o la meta (cambiamento)? Vi riporto, quali esempi di vissuto, alcuni brani tratti dal libro <strong>Persecutori e Vittime</strong>. Alcuni tra coloro che capitano in questo blog potranno riconoscersi nello spaesamento e in una certa misura, nella sofferenza descritta in questo libro.</p> <p></p> <div align="center"> <p><a href="http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880710308.html">"Tobie Nathan distingue due tipi di trauma: ci sono situazioni in cui le risorse personali non sono sufficienti a controllare le spinte pulsionali, e altre in cui si su­bisce una deliberata opera di distruzione dell'involucro attraverso la rottura dei legami permanenti tra gli eventi psichici e gli universi di riferimento [omissis] Le vittime della tortura rappresentano un paradigma che mette a nudo i limiti del nostro sistema di pensiero in campo psicopatologico, un sistema che mira a individuare il sintomo come "produzione della psiche" di un paziente. Nella psicopatologia occidentale, il sintomo viene considerato produzione individuale, e il senso che il terapeuta gli attribuisce è legato sempre all'interno della psiche della persona. Ma quando il disturbo è legato all'utilizzo della tortura, ed è quindi conseguenza diretta di un processo di influenza, è necessario considerare anche un terzo elemento, di natura extrapsichica: è indubbio infatti che esiste un'intenzione che precede la sofferenza del paziente." (pag. 47)</a></p> </div> <p></p> <div align="center"> </div> <div align="center"> <p>"Alfonso è latinoamericano, e vive in Francia da vent'anni. [omissis] La moglie e i figli non sanno nien­te dell'inferno che sta passando. Lui nasconde, dissimula, ma, dentro, sta cedendo. Chi gli sta intorno comincia a trovarlo ira­scibile; non riesce più a giocare con i bambini senza spazientir­si. Del resto, non ha più tempo di parlare con la moglie, di interessarsi dei figli, è ossessionato dal corso e da altre immagini che, dopo vent'anni, credeva di aver dimenticato. Ha consultato un medico generico che, dopo avergli prescritto calmanti, sonniferi e antidepressivi che non hanno sortito alcun effetto, lo ha indi­rizzato alla psicoterapia. <br />Al primo appuntamento Alfonso sfoggia un abito impeccabi­le, è brillante e intelligente. Denuncia dei disturbi della memo­ria, e mi parla del suo passato e degli anni di detenzione come se riguardassero un altro. Lui stesso afferma che "è acqua passata", e che si è rivolto a me per quello che gli sta capitando adesso. De­sidera un "sostegno pedagogico" perché, dice, "il pensiero gli sfug­ge". Lo lascio parlare, anche se sono piena di rabbia, non contro di lui ma contro quello che ci impedisce di andare oltre, di "par­lare chiaro". Devo agire contro quello che sento come un "pa­rassita" tra noi. Lo interrompo nel mezzo di una frase che è co­me se arrivasse da molto lontano, chiedendogli: <br />"Mi faccia delle domande!". <br />Sorpreso, si blocca e mi chiede: <br />"A lei?". <br />"Sì, a me." <br />"Su che cosa?" <br />"Su qualsiasi cosa... qualsiasi cosa che lei vorrebbe sapere di me." <br />Alfonso sospira, cambia posizione nella sua poltrona, accen­de una sigaretta, guarda davanti a sé, poi fissa gli occhi sul tavo­lino che ci separa e sorride. All'inizio, non gli stacco gli occhi di dosso. Non mi muovo, aspetto. Poi il mio sguardo si perde nel vuoto. Dietro di lui c'è una finestra. Vedo che fuori fa freddo. Be­vo un sorso di caffè senza zucchero, lo aspetto. <br />"Lei è psicologa, giusto?" <br />"Esatto." <br />"Dove ha studiato? È lunga, psicologia?" <br />Parliamo del corso di studi, delle materie insegnate. Alfonso fa dei commenti, è interessato alla psicopatologia degli adulti, a chi insegna quella materia all'università. Chi sono? E gli studen­ti di psicologia, chi sono? Il tempo passa, affrontiamo la questio­ne della formazione dei terapeuti, come viene pensata (o meno) durante il percorso universitario francese. Alfonso si interroga su quello che gli studenti possono fare con tutto quello che impa­rano di psicologia. "La porta è aperta a tutti," dice. <br />Sì. Chi cura può anche uccidere. <br />"O fare impazzire. È la stessa cosa..." Improvvisamente Alfon­so smette di parlare. Se ne va con la mente da qualche altra parte. <br />"È quello che lei ha vissuto in Cile, vero?" <br />Alfonso si lascia sfuggire un risolino sarcastico e disincanta­to. Si raddrizza nella poltrona, e per la prima volta durante la seduta allunga le gambe. Sembra lasciar intendere di conoscere be­ne l'argomento. <br />Solo allora racconta della sua diffidenza verso psicologi e psi­chiatri. Durante gli interrogatori, Alfonso è stato ipnotizzato da uno psicologo. Non sa che cosa ha detto sotto ipnosi, né che co­sa gli è stato detto. Come hanno fatto per sottrarlo al suo stato di vigilanza? Non riesce a capacitarsene. Dopo quei fatti, non si fi­da più di nessuno, soprattutto delle persone a cui, d'un tratto, po­trebbe sentirsi vicino. Tuttavia, gli piace molto discutere delle cose umane, e la psicologia lo interessa parecchio. Le sedute con Alfonso da quel giorno assunsero la forma di discussioni intel­lettuali, in cui si mescolavano esperienza personale e riflessioni sul mondo e i suoi abitanti. Alfonso voleva capire, non si stanca­va di analizzare il pensiero di quanti mettono le proprie compe­tenze al servizio del potere. <br />Lo schema terapeutico è cosa negoziabile. Alfonso, senza sa­perlo, era rimasto vent'anni con questo tarlo sempre vivo nel suo intimo. In coincidenza con una situazione che gli aveva ricorda­to quell'esperienza, il processo che era stato costretto a subire si era riattivato. È impensabile che qualcuno che sia stato delibe­ratamente sottoposto a un processo di influenza possa accomo­darsi con completa fiducia all'interno di un quadro simile." (pagg.52-54)</p> </div> <p></p> <p>I link rimandano a siti commerciali (non perdetevi nella scelta tra l'uno o l'altro). Consiglio la lettura (ad alta voce se necessario):</p> <p></p> <p><a href="http://www.deastore.com/product.asp?isbn=8807103087&cookie%5Ftest=1"><strong>Françoise Sironi <br />Persecutori e vittime <br />Feltrinelli Editore, 2001</strong> </a></p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-84565256686896224712008-01-08T23:37:00.001+01:002008-01-08T23:38:26.887+01:00segni esteriori<p>Ho iniziato a parlare di passaggio da uno stato di coscienza all'altro come se fosse cosa nota a tutti. Senza entrare nel dettaglio il passaggio da uno stato all'altro spesso (ma non sempre e comunque in misura limitata) si può riconoscere da piccoli segnali del corpo: una leggera nausea, la dilatazione delle pupille (persistente e che si ripresenta anche dopo che si è guardato una luce intensa), l'arrossamento della pelle nella parte superiore del corpo, iperestesie o anestesie (si riconoscono talvolta sfregando tra loro i polpastrelli delle mani per percepirne la sensibilità), l'espansione o viceversa la contrazione dei tessuti del viso ovvero il fatto di avere le labbra gonfie (magari già al mattino appena svegli) piuttosto le le labbra sottili, un leggero stato di febbre persistente. ATTENZIONE però che tutte queste modificazioni possono avvenire anche semplicemente nella vita quotidiana per le cause più varie e non implicano automaticamente l'ancoraggio a stati di coscienza costuiti dall'esterno. Anche quì, il poter capire se sono associati al passaggio tra stati di coscienza differenti si può fare solamente col tempo, l'esperienza e una solida capacità di comprendere la realtà senza essere vittima di convinzioni magiche o irrazionali.</p> <p></p> <p>Aggiungo una osservazione interessante: i passaggi da uno stato all'altro possono essere influenzati dal metabolismo, ad esempio nel mio caso una alimentazione abbondante e ricca di carboidrati tende a favorire l'anestesia rispetto alla iperestesia.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-89091403981458509542008-01-06T11:44:00.001+01:002008-01-06T12:12:45.143+01:006 gennaio 2008Le sostanze psicotrope possono favorire l'ipnosi e il passaggio tra stati di coscienza differenti? Onestamente non lo so, però ricordo che negli uffici di Torino dove per me è iniziato tutto (<a href="http://maps.google.com/maps?t=h&hl=it&ie=UTF8&om=1&ll=45.035306,7.622902&spn=0.004003,0.008605&z=17">questo palazzo</a>) c'era una puzza di fumo molto acre. Ne deduco che possano favorire i "primi passi". Piuttosto c'è da dire che quando una Persona è ormai adattata a cadere in ipnosi le sostanze chimiche possono essere utilizzate come ancore per facilitare un dato passaggio tra due stati di coscienza.bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-41002056391274438222007-12-29T15:54:00.001+01:002007-12-29T15:54:30.320+01:00non direStabilito che di queste cose si può parlare e che è opportuno farlo vorrei chiarire qual'è il limite che mi sono posto. Non parlerò di quello che potrebbe ssere interpretato come regola generale mentre in realtà è applicabile solo a me. Ad esempio la durata di questa cosa: nel mio caso oramai ho già detto che dura da diversi anni ma non è detto che sia così per tutti. Se ad esempio per una data Persona questa situazione fosse destinata a durare solo alcuni mesi non le farebbe certo bene pensare che debba durare anni anche per lei. Oppure le metafore utilizzate al posto della comunicazione esplicita: alcune di queste potrebbero derivare da esperienze personali ed essere limitate ovvero comprensibili, solo in un ambito familiare. Anche qui, non è opportuno divulgarle perchè potrebbero portare ad una maggiore confusione piuttosto che ad un maggiore controllo della realtà. Infine le ancore utilizzate per passare da uno stato di coscienza all'altro. Le ancore talvolta nascono da situazioni fortuite ovvero dalle opportunità che ha a disposizione l'idividuo che cerca di controllare la vostra Persona in un dato momento; sono inoltre influenzate pesantemente dal vissuto personale, pertanto tra tutti gli aspetti sono il meno generalizzabile. Perquanto mi sia capitato di osservare in altre persone ancore simili alle mie. Giusto per fare un esempio nel mio caso la comunicazione con il subconscio è ancorata al pensiero dell'acqua, il solo fatto di bere o di vedere un bicchiere d'acqua facilita la comprensione di questi aspetti della realtà. Questo esempio lo ho aggiunto come premessa ad un consiglio: quando vi accorgete che avete a disposizione una qualsiasi associazione che vi facilita il controllo della realtà cercate di sfruttarla e di rinforzarla nel tempo. In altre parole se, per ipotesi, voi avete la mia stessa associazione con l'acqua tutte le volte che siete a tavola e avete a disposizione un bicchiere d'acqua (gassata o naturale è del tutto irrilevante) cercate di comunicare con il vostro subcoscio e di scoprire più informazioni possibile sulla vostra situazione (fatelo però, solo quando l'esperienza e il tempo vi hanno insegnato che quello è veramente il vostro subconscio e non un "suggeritore estraneo"). bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-25275531603741111262007-12-27T07:35:00.001+01:002007-12-27T07:35:35.149+01:0027 dicembre 2007Di solito arrivano nei periodi di ferie. Ho fatto delle ipotesi negli anni per spiegare questa tendenza, senza però arrivare mai a alcuna conclusione. Forse perchè hanno più tempo a disposizione o per avere più opportunità di lavorare con continuità sulla Persona (al lavoro ci sono vincoli legati alla produttività che impongono interruzioni che facilitano la resistenza della Persona) o per poter lavorare anche di notte. Probabilmente partire per un viaggio non appena inizia il periodo di ferie è un buon sistema per "mettergli i bastoni tra le ruote". bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-15368018930596449542007-12-26T14:16:00.001+01:002007-12-26T14:17:47.322+01:0026 dicembre 2007 (3)Questo blog è online da 3 mesi e 26 giorni ovvero sedici settimane ovvero 2810 ore ovvero 168.650 minuti ovvero 10.119.044 secondi nel momento in cui scrivo. Il sito originale a cui fa riferimento è online da 4 anni e 10 mesi ovvero 253 settimane ovvero 17717 giorni. Questo dimostra che non esiste alcuna ragione per non parlare di queste cose anzi, a me il farlo dà anche soddisfazione. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-17427959046357951162007-12-26T14:06:00.001+01:002007-12-26T14:06:24.495+01:0026 dicembre 2007 (2)Già ho accennato in passato a come sia facile mettere in "crisi" l'identità di una parsona (e quindi creare uno stato di confusione), mettendo in discussione l'identità sessuale. I maschi in particolare vanno facilmete in crisi quando viene messa in discussione l'identità eterosessuale. A questa <a href="http://www.gay.it/channel/musica/20566/POVIA-SI-SCUSA.html">pagina</a> trovate l'intervista ad un famoso cantante in cui accenna ad un "periodo" della sua vita in cui si è dovuto confrontare con questo tipo di esperienza (attacchi di panico, difficoltà a definire la propria identità etero/omosessuale, percorso "catartico"). E' interessante notare che i giornali negli anni hanno pubblicato più volte articoli di cronaca in cui si potevano intuire sitazioni analoghe. Purtoppo le regole del giornalismo fanno sì che non sia possibile capire se si tratta di una situazione "costruita" come quella che racconto in questo blog o se sia un caso in cui la Persona soffre di un disturbo paranoico. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-47300055612169348992007-12-26T13:56:00.001+01:002007-12-26T13:56:02.195+01:0026 dicembre 2007<p>La metafora del Se fossi...:</p> <p></p> <p>Se fossi un capocomitiva porterei tutti dove pare a me (<em>ad esempio in spiaggia quando fa caldo e la pelle si arrossa ad indicare l'effetto del sole, e non di uno stato di coscienza particolare</em>) e non dove vorrebbero stare gli altri.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-26788897871848961302007-12-25T18:42:00.001+01:002007-12-25T18:42:47.594+01:0025 dicembre 2007<p>La metafora del Se Fossi...:</p> <p></p> Se in questo "gioco" fossi un arbitro espellerei un'intera squadra all'inizio della partita. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-26455815081208515712007-12-24T20:28:00.001+01:002007-12-25T18:40:42.294+01:0024 dicembre 2007<p>La metafora del Se Fossi...:</p> <p></p> Da oggi se in questo "Gioco" sono un giudice scarterò i più bravi per tenere i buffoni. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-62472252149341344672007-12-22T16:45:00.001+01:002007-12-22T16:45:48.291+01:0022 dicembre 2007Col passare degli anni il modo in cui corpo e mente reagiscono a queste situazioni cambia. Anche prima di essere ipnotizzato avevo la caratteristica di riuscire a comunicare con il mio subconscio durante il dormiveglia che al mattino precede il risveglio completo. Questa caratteristica la ho mantenuta anche dopo la prima ipnosi. Da quel momento però la comunicazione con il subconscioha  iniziato ad evolvere cambiando mano a mano che gli anni sono passati. Nei primi anni il dormiveglia del mattino è stato un momento di confusione in cui qualunque evento che ricordassi del giorno precedente, anche quelli casuali, sembrava essere un modo indiretto per comunicare con me. Questo schema mentale è uno schema istintivo che si attiva in alcune persone dopo l'ipnosi. Si tratta di qualcosa che fa parte della natura della mente umana e che non deve spaventare. Peraltro loro sono consapevoli di questo meccanismo e all'inizio lo sfruttano intenzionalmente per facilitare l'induzione ipnotica (poi generalmente smettono per il semplice fatto che perde di efficacia al pari di tante altre tecniche come gli insulti o la seduzione). Ricordo che nei primi mesi mi poteva capitare di leggere un fumetto qualsiasi e pensare che stessero parlando proprio di me, arrivavo a ipotizzare che fosse una copia "unica" stampata e messa nelle mie mani di proposito. E' una forma di pensiero paranoico che, può spaventare (soprattutto se si sovrappone alle iperestesie) ma è comunque qualcosa di transitorio. A questa prima fase negli anni successivi ne ha fatto seguito una in cui durante il dormiveglia avevo l'impressione di ricordare frammenti di discorso che però non riuscivo a decifrare: le frasi fluivano alla consavevolezza con una velocità tale che non riuscivo a riconoscere più di una parola o due parole in tutto il discorso. Poi in questi ultimi anni questo meccanismo di recupero dei ricordi si è consolidato, la velocità con cui ritornano le frasi è diventata la velocità con cui parlano normalmente le persone e riesco a recuperare intere frasi di ciò che viene pronunciato mentre sono in una trance ipnotica. Ora devo solo attendere che avvenga lo stesso con immagini e memoria cinestesica. Per le immagini ho già verificato che i ricordi possono tornare in modo consistente e repentino mentre non sono sicuro che sia possibile recuperare ricordi cisesteci, piuttosoto è possibile portare alla coscienza le sensazioni del momento in modo completo, invece di percepirle in modo attenuato come avviene di solito. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-46977165988778647962007-12-19T01:08:00.001+01:002007-12-19T01:08:38.598+01:0018 dicembre 2007<p></p> <p>Qualche post più indietro accennavo alla regola: "parlare, parlare, parlare". </p> <p>Neppure io sono stato sempre virtuoso nell'applicarla: ricordo qualche anno fà una Persona di Udine incontrata in una località balneare, era assieme a quello che si spacciava per suo compagno. <br />Degli amici comuni hanno fatto sì che una sera ci trovassimo tutti assieme per un gelato... <br />Forse la paura di qualificare il suo compagno per lo spacciatore che era fatto stà che difronte alla sua confusione non dissi niente che lo avrebbe aiutato a razionalizzare. Oggi queste remore non le avrei più. <br />Mi auguro che alla fine sia arrivato anche lui a comprendere qualcosa di più. <br />Più tardi uno di loro ritenne che la serata per lui era sufficiente (o forse era un tentativo per mettersi in buona luce e superare qualche resistenza) e gli risparmiò la solita manfrina sul conto da pagare offrendo le consumazioni a tutti.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-70410899811576262512007-12-17T11:34:00.001+01:002007-12-17T11:34:30.866+01:0017 dicembre 2007Una delle esperienze frequenti in queste situazioni è quella delle iperestesie, ovvero un aumento delle percezioni nei cinque sensi. Si può ad esempio avere una percezione aumentata degli stimoli olfattivi, percui si avvertiranno anche gli odori più leggeri, un aumento delle sensazioni tattili (si può riconoscere sfregando tra loro i polpastrelli), un aumento nella percezione dei suoni, percui si avvertono come fastidiosamente alte le voci delle persone che ci circondano (questo se non compreso può portare anche a crisi di panico). L'esperienza opposta è quella della anestesia percui tutte queste senzazioni sono affievolite (succede ad esempio quando si svolgono lavori pesanti). Capita talvolta che le iperestesia siano non tanto un effetto collaterale di uno stato di coscienza alterato ma il risultato voluto di una suggestione ipnotica. Per quello che ho verificato è molto facile disfare questo tipo di induzione se si è fatto esperienza della situazione opposta (è un esperienza che in effetti, abbiamo fatto tutti quando abbiamo compiuto uno sforzo fisico intenso e prolungato, anche se fino ad ora, probabilmente non ci abbiamo prestato attenzione). E' sufficiente richiamare alla memoria l'esperienza dell'anestesia, il modo più semplice è attivare il sistema nervoso simpatico, quel sistema che gli animali attivano automaticamente quando c'è un pericolo. Immaginiamo allora di aver sentito un segnale sospetto, come potrebbe essere quello provocato da un ladro che tenta di entrare in casa, avvertiamo le pulsazioni del nostro cuore che aumentano e risvegliano tutte le nostre risorse, le palpebre che si spalancano in una spontanea reazione di allerta, i muscoli del corpo che si irrigidiscono pronti a scattare nel bisogno. Queste sono le manifestazioni delle catecolamine che aumentano nel nostro corpo e che neutralizzano le iperestesie indotte inutilmente qualche momento prima. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-44047180627651435642007-12-13T15:38:00.001+01:002007-12-13T15:38:48.945+01:0013 dicembre 2007<p>In situazioni come questa spesso si vive alla giornata, adattando scelte e prospettive alla situazione del giorno; percui si può prestare più o meno attenzione a "questi aspetti" in base alle risorse di cui si dispone. Se si hanno sufficienti risorse per cercare di creare problemi a questi pezzi di merda può essere utile ristrutturare il significato delle emozioni con un'ottica "pratica" e funzionale al mettere in discussione la rappresentazione della realtà che stanno tentando di costruire in un dato momento. Faccio qualche esempio:</p> <p></p> <p><strong>Sensazione piacevole:</strong> ho appena perso uno stato di coscienza che mi consentiva di liberarmi di loro. </p> <p><strong>Depressione:</strong> sono sulla buona strada per mandarli via. </p> <p><strong>Rabbia:</strong> se segue una depressione è utile altrimenti è una manipolazione. </p> <p><strong>Parestesie sgradevoli:</strong> qualche ora prima sono stato in una trance ipnotica.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-42932290860035067142007-12-07T21:08:00.001+01:002007-12-07T21:08:59.412+01:007 dicembre 2007Tra le tante metafore usate all'inizia di questa storia c'era stata anche quella della "stagione delle vendite" degli sportivi. Mi chiedo allora se esista una "stagione delle vendite" anche in questo "gioco". E mi chiedo se esiste un modo per rovinargilela questa stagione. E se esiste un modo per riconoscere a livello "cosciente" quando arriva e per capire se si è riusciti in qualche modo a rovinare la vendita. bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-73283186066544989012007-12-04T16:46:00.001+01:002007-12-07T21:08:20.623+01:004 dicembre 2007Chissà perchè all'idea di trovare gli escrementi di topo sotto il cuscino associo un senso di ilarità. Non si tratta di ilarità normale, è una contrazione involontaria dei muscoli del volto, quello stimolo involontario, slegato dal contesto che si prova guardando in faccia una persona che ride intensamente. Se mi rilasso associo automaticamente a questo stato i messaggi non congruenti che mi fornivano 10 anni fà. Senza farla troppo lunga è evidente che questo senso di ilarità è una suggestione postipnotica. A questo punto il passaggio ulteriore è decidermi a stilare la lista di tutte le cose che si possono fare ridendo bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-70100597867452792612007-09-19T10:34:00.001+02:002007-09-19T10:34:38.125+02:0019 settembre 2007<p>Ci sono cose ovvie e cose meno ovvie. Mi ha fatto piacere scrivere nel post del 16 pomeriggio di una regola che per chi è confuso non è mai scontata. Ovvero il fatto di parlare, parlare e parlare della propria rappresentezione della realtà (salvo i rischi a cui ho accennato). Oggi invece scrivo di una cosa che è talmente evidente che forse non meriterebbe neppure di essere accennata. Le persone di cui ho parlato il 16 mattino, quelle che vengono motivate a creare un problema, per poter in qualche modo influire su di te devono quanto meno rientrare tra i conoscenti. Uno a cui non dici nemmeno buongiorno difficilmente potrà crearti problemi. Per questa ragione capita che chi vuole essere coinvolto in questo meccanismo cerchi in qualche modo di relazionarsi con te. Ho parlato di cosa evidente perchè quando accade si manifesta in modo abnorme (almeno nel mio caso). Sotto questo aspetto ho classificato le persone in due gruppi: quelle che si relazionano con me attraverso i contatti familiari e quelle che si relazionano attraverso i contatti del giro di amici. Quest'ultimo gruppo negli ultimi anni aveva seguito un calendario singolare percui gli approcci erano frequenti particolarmente in febbraio ed agosto. La cosa è stata particolarmente evidente quest'ultimo febbraio quando oltre ai contatti per telefono è stato contattato pure un profilo che avevo creato per contatti on-line qualche anno prima e che era rimasto inutilizzato per anni. All'improvviso quest'ultimo febbraio quel profilo ha ricevuto tutta una serie di contatti da persone sconosciute senza che avessi fatto niente per aumentarne la visibilità. Poi a fine febbraio la bolla si è spenta e tutto è tornato alla normalità niente più telefonate e ovviamente niente più profilo on line. L'altro gruppo si è attivato tra il 16 e il 17 di questo mese. Nell'arco di 48 ore sono stato contattato oltre che dalle persone che frequento saltuariamente da persone che non sentivo da più di 20 anni: amici dell'infanzia e ex-colleghi di studi.<br>Come già ho detto è tutto talmente abnorme che anche un diversamente abile con ritardo mentale riesce a notare l'artificiosità di questi contatti.<br>E' la cultura del gratta-e-vinci, per usare una delle metafore che vanno tanto di moda in questa situazioni.<br>Quando hai l'impressione che la gente intorno a te voglia convincerti o ti stia consigliando di giocare alla lotteria non illuderti che ci sia un premio in serbo per te. Ti stanno solamente invitando a colludere con questo tipo di logiche. Ti parlano per metafore rivolgendosi al tuo inconscio per evitare che razionalità e capacità critiche facciano il loro dovere.<br>C'è però un aspetto che è utile sottolineare: se queste cose si manifestano in tempi lunghi l'unico modo per osservarle è prenderne nota da qualche parte. Io purtroppo non lo ho sempre fatto in questi 10 anni, probabilmente con un po' più di metodo oggi avrei una comprensione della realtà migliore.<br>Volendo scrivere una regola anche in questo post potrei dire che se la regola più importante è parlare, parlare, parlare quella immediatamente successiva in ordine di importanza è annotare, annotare, annotare.<br>In realtà si può avere timore anche a scrivere di queste cose, magari perchè qualcuno potrebbe leggerle o rubare il diario/supporto su cui le cose sono scritte. La paura è comprensibile dato che simbolicamente il furto o la lettura di queste cose rappresententa una intrusione nel privato, una effrazione che può portare chi ha "comprato il gratta-e-vinci" ad ottenere il "premio".<br>Credo però che quando ci si trova in questa posizione si è talmente "trasparenti" che se anche qualcuno riesce a leggere queste cose nella nostra vita cambia ben poco. </p> <p>PS: Nel caso non fosse chiaro c'era un messaggio sottointeso in questo post: tutte le volte in cui hai l'impressione che la gente intorno a te voglia convincerti o ti stia consigliando di giocare alla lotteria usa la ragione. Inoltre chiediti anche se gradisci il fatto che le persone ti contattino non per il piacere della tua compagnia ma per un vantaggio ulteriore.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-38742000759412532962007-09-17T00:02:00.001+02:002007-09-17T00:02:05.282+02:0017 settembre 2007<p>Da una decina di giorni ho un problema pratico: in casa sono entrati dei topolini di campagna, come accade spesso di questa stagione. Ho fatto le solite cose che si fanno in questi casi, ho messo delle trappole e tutto il resto per liberarmene. La cosa insolita collegata a questo fatto banale è che ho trovato degli escrementi di topo sotto il cuscino. Non sopra o intorno dove sarebbe stato più plausibile ma esattamente sotto tra il lenzuolo e il cuscino. Già è difficile che i topi possano arrivare sopra il letto, che poi arrivino sotto il cuscino è ancora meno credibile. Effetivamente andrebbe detto che sono capaci di saltare, ma il più grosso che ho catturato arrivava a malapena a saltare ad un'altezza di 22-23 cm, del tutto insufficiente per il mio letto che richiede un balzo di 45 cm. <br>Fatta questa premessa vengo al punto.<br>Chissà perchè all'idea di trovare gli escrementi di topo sotto il cuscino associo un senso di ilarità. Non si tratta di ilarità normale, è una contrazione involontaria dei muscoli del volto, quello stimolo involontario, slegato dal contesto che si prova guardando in faccia una persona che ride intensamente. <br>Se mi rilasso associo automaticamente a questo stato i messaggi non congruenti che mi fornivano 10 anni fà. Senza farla troppo lunga è evidente che questo senso di ilarità è una suggestione postipnotica...<br>A questo punto il passaggio ulteriore è decidermi a stilare la lista di tutte le cose che si possono fare ridendo. </p> <p>PS: Questo post è vecchio di qualche giorno, aspettavo giusto la nuova settimana per pubblicarlo.</p> <p></p> <div class="wlWriterSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:ffcc8d15-64fa-484f-8a86-8fc1af85464a" style="padding-right: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-top: 0px">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/suggestioni%20postipnotiche/" rel="tag">suggestioni postipnotiche</a> , <a href="http://technorati.com/tags/ipnosi/" rel="tag">ipnosi</a> </div> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-84175423257231504722007-09-16T14:39:00.001+02:002007-09-16T14:39:03.968+02:0016 settembre 2007<p>Nel post di stamattina ho accennato a due regole. Per chi non avesse colto c'è una metaregola che sta alla base di questo blog, ovvero di queste cose <u>bisogna</u> parlare. Durante i primi anni di questa esperienza hanno cercato in tutti i modi di convincermi del contrario.</p> <p></p> <p> <p>In effetti l'idea di tacere una percezione della realtà consapevole di questi aspetti ha dei vantaggi:</p> <p></p> <p></p> <p>1) Non vieni preso per matto,</p> <p></p> <p>2) Non rischi di confidarti con qulcuna delle persone di cui accennavo nel post precedente.</p> <p></p> <p>L'opportunità di questi ultimi anni, di poterne parlare attrvarso il web sociale, facendo uso di etichette sia nel proprio blog che con rimandi a Technorati, magari in forma anonima...</p> <p></p> <p>ha tolto qualsiasi fondamento alla tesi secondo cui si devono tacere questi meccanismi.</p> <p></p> <p>Quindi parlate, parlate, parlate. Magari non ne riceverete nessun aiuto, ma altri nella vostra posizione avranno qualche "anticorpo" in più. </p> <p> <p>E chi fa uso di voi qualche opportunità in meno.</p> <p></p></p> <div class="wlWriterSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:b7f32207-acfd-43f0-97fd-256b1cbdc88a" style="padding-right: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-top: 0px">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/ipnosi/" rel="tag">ipnosi</a> </div> <p> <ul> <li> <p> <ul> <li> <p> <ul> <li> <p></p></li></ul></p></li></ul></p></li></ul></p></p> <p></p> <p> <ul> <li> <p></p></li></ul></p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-16236814458105819732007-09-16T11:55:00.001+02:002007-09-16T11:55:41.202+02:0016 settembre 2007<p>Una delle tecniche di distrazione più efficaci per intervenire su una Persona che si trova nella mia situazione è crare problemi. Più grosso è il problema e più efficace è la distrazione. La Persona si concentra esclusivamente sul problema e non nota le cose che altrimenti percepirebbe intorno a lei.</p> <p></p> <p>La gattina di cui accennavo in un post precedente è morta due anni fà in situazioni poco gradevoli. Esattamente nel periodo in cui una persona cercava di intervenire in modo abbastanza grossolano su di me.</p> <p></p> <p>Altra regola: più incompetente è quello che interviene più forte deve essere la distrazione perchè questo riesca ad ottenere risultati.</p> <p></p> <p>Da tutto ciò si può dedurre che in queste situazioni è proprio quando arrivano i problemi che si deve tenere un occio sui problemi ed un occhio sui pezzi di merda che cercano di imparare a tue spese.</p> <p></p> <p>C'è un'altra deduzione che si può fare da questo punto di osservazione. Dal momento che i problemi capitano nella vita di tutti i giorni alcune delle persone con cui si interagisce nella vita di tutti i giorni (presumo non tutte) troveranno attraverso un meccanismo che mi è oscuro le opportune motivazioni nel contribuire ai problemi.</p> <p></p> <p>Mi chiedo solo se la grandezza della motivazione è proporzionale alla distrazione che può causare il problema.</p> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-81402721933901361702007-09-14T10:43:00.001+02:002007-09-14T10:43:38.910+02:0014 settembre 2007<p>Oggi osservazione interessante. Uscendo da un mantra di pensieri negativi e passando a pensare qualcosa di positivo, in automatico ho iniziato a pensare a un motivetto musicale. Questo mi ha fatto tornare alla mente uno di loro che qualche tempo fà commentava metaforicamente per canzoncine. Da questa associazione mentale all'interpretare l'automatismo di oggi come un'ancora il passo è immediato. Ora si tratta solo di smontarla ma il più oramai è fatto.</p> <p></p> <p></p> <p></p> <div class="wlWriterSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:80df3f56-0918-47c5-9c5c-0099347b7a6c" style="padding-right: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-top: 0px">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/ipnosi/" rel="tag">ipnosi</a> , <a href="http://technorati.com/tags/ancore/" rel="tag">ancore</a> </div> bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8850047851319592903.post-64529765928627115962007-08-31T11:20:00.000+02:002007-08-31T11:24:05.107+02:0031 agosto 2007Stamattina ho visto uno di loro: gonna verde, ampia, fin sotto il ginocchio, giacca blu, capelli castani, intorno ai 30 anni. Purtroppo è solo la seconda volta che accade e non ho ancora compreso i meccanismi per rinforzare il meccanismo. Probabilmente c'entra quello che è accaduto alla gatta.bluindianohttp://www.blogger.com/profile/00349263384855244322noreply@blogger.com